Spostare le insegne
"Sklovskij ricorda che nei taccuini di Cechov c'è la storia di un signore che per quindici o per vent'anni fa la stessa strada, e legge tutti i giorni un'insegna con la scritta GRANDE SCELTA DI ZINGARI, e si chiede "ma chi può aver bisogno di una grande scelta di zingari?".
Quando, un giorno , l'insegna viene tolta e appoggiata al muro quel signore legge finalmente: GRANDE SCELTA DI SIGARI.
Ecco, dice Sklovskij, l'artista è quello che sposta le insegne, e ci fa vedere le cose alle quali siamo tanto abituati che non le vediamo più bene, e la letteratura russa mi sembra così piena, di vita quotidiana, fin dall'inizio, dall'Evgenij Onegin, che uno dei pregi della letteratura russa, per conto mio, è il fatto che rarissimamente gli scrittori russi salgono sullo scoglio del verbo amare per dettare da là le proprie regole, ma scendono piuttosto per strada a spostare le insegne e a coniugare il verbo compatire."
[tratto da I russi sono matti, di Paolo Nori]
Commenti
Posta un commento